"Quando non ci vedo più dalla fame mangerei anche le gambe del tavolo, altro che gambi di sedano. Poi ci si mette il mio capo che all'ora di pranzo arriva con l'ultima trovata del secolo."
Questa situazione è tipica e frequente ma qualcosa mi dice che non è né sana, né piacevole. Affrontiamo i due aspetti separati: la fame e la pressione psicologica.
Sulla fame si interviene strutturando ad hoc i pasti perché diventare licantropi a mezzogiorno è una questione di insulina, la luna non c'entra. Significa che la colazione è stata una bomba di zuccheri e amidi raffinati, carente di fibra, proteine e grassi essenziali.
Per partire col piede giusto, se la nostra giornata viaggia sulla cresta dell'onda, dobbiamo fare il pieno di nutrienti a lungo rilascio e alta sazietà. Perciò viva la frutta, l'integrale, le proteine intelligenti e i grassi di qualità. Mandate in cantina il Mulino bianco...
Per la pressione psicologica e tutte le forme di stress serve un'altra ricetta. Analizziamo la nostra vita nell'insieme, a che punto siamo del nostro sviluppo personale? Ci sono stati di disagio che meritano finalmente un intervento?
Forse vale la pena di riflettere su capisaldi e priorità esistenziali, altrimenti si rischia di perdersi tra i flutti e incontrare ansia e depressione. Il nodo fondamentale è l'onestà con sé stessi, abbiamo il coraggio di guardarci allo specchio e dirci le cose come stanno... e come invece le vorremmo.
A questo punto proviamo con piccoli colpi di timone a generare diversi cambiamenti. Non perdiamo di vista gli obiettivi per quanto umili essi siano e miglioriamo la fiducia nel nostro percorso.
Per ogni piccola vittoria sazietà e soddisfazione aumenteranno, alimentando un circolo virtuoso. Perché in fondo ci nutriamo di vibrazioni e più sono alte, più ci libbriamo leggeri nell'aria: come questa foglia di tiglio, che danza sospesa da un invisibile tela di ragno...
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